Roma. Museo dell’Ara Pacis. Mostra dedicata ad Henri de Toulouse Lautrec dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016.
Sky Arte dedica una serie dedicata alle Grandi Mostre. Una puntata è dedicata a questa mostra di Henri de Toulouse Lautrec.
Un taglio e una visione sulle opere di questo artista che è stato un celebre pittore ma anche una dei primi graphic designer. Un artista commerciale!
Ha infatti prodotto tanti “manifesti pubblicitari”, le affiches, stampati a litografia e appesi in tutte le strade di Parigi per promuovere avvenimenti ludico-ricreativi o sportivi. Ma anche illustrazioni di libri.
In questo video promozionale vengono ben riassunte tutte le caratteristiche dell’artista. La sua malattia, i suoi spostamenti. La madre amorevole che lo sostiene sia nelle arti, sia nella vita che per lui era difficile a causa di un malattia che rendeva le sue ossa molto deboli e fragili.
Nonostante le difficoltà e agevolato dalle ricchezze di famiglia, studia le tecniche dell’arte e sceglie la forma e lo stile che ha saputo contribuire a cambiare il corso della storia dell’arte.
La critica e gli artisti
Negli anni 80 del Diciannovesimo secolo le strade di Parigi si trasformano. Diventano colorate e sono invase da manifesti da cartelloni a colori firmati da sconosciuti illustratori o da celebri artisti. Per molti è qui che avviene la fine della separazione tra cultura alta e di quella popolare. Infatti il famoso scrittore premio Nobel per la Letteratura Anatole France parlerà del Manifesto come l’affresco dei poveri.Produzione di illustrazioni di libri, manifestazioni teatrali e sportive e perfino testi di canzoni. È già un professionista che si spende per la divulgazione del messaggio a prescindere da quale esso sia: in pochi mesi illustra un libro antisemita e uno contro l’antisemitismo. La committenza è sacra. Conta solo raccontare, disegnare, incidere, stampare e diffondere il messaggio.
La critica d’arte considera l’affiche, ovvero il manifesto stradale, fino al dopo guerra, un’arte minore proprio perché la committenza è industriale, commerciale. Ma la critica stavolta si è sbagliata.
Un ostacolo è sin da sempre l’apertura alle novità. Questo tipo di arte, questo tipo di soggetti non è prevista dall’Arte e dalla Critica. Ma per lui era importante che la sua arte raggiungesse il maggior numero di persone. L’arte è per tutti.
Al centro della sua attenzione c’è solo l’essere umano nella sua complessità e unicità.
“Io dipingo le cose come stanno. Io non commento. Io registro.”